16 Novembre 2019

I neonati capiscono i grandi?

I neonati capiscono i grandi? A dimostrarlo una ricerca

I neonati capiscono i grandi?

Tantissime mamme si interrogano su che cosa i neonati comprendano quando parliamo con loro o con altre persone. Ovviamente quello che capiscono realmente non possiamo saperlo con certezza, quello che è certo però è che i neonati capiscono i grandi molto più di quello che pensiamo.

Soprattutto in relazione alla mamma il neonato oltre a percepire le parole è in grado di comprendere dal modo in cui parla o dall'intonazione della sua voce il suo stato d'animo. Ovviamente avendo vissuto in lei per nove mesi, conosce le sue reazioni e le sue emozioni e assocerà quelle sensazioni al suo tono e e alle parole che la mamma solitamente usa.

E' chiaro che questa emapatia, nei confronti della mamma, spesso è sviluppata anche verso le altre persone, "i bambini sono come spugne" non è solo una frase fatta. Questa abilità del neonato di assorbire emozioni e energie delle persone che lo circondano è più che dimostrata. E' proprio per questo motivo che i neonati non vanno presi in braccio se si è nervosi o arrabbiati, così facendo potremmo notare come dopo poco tempo il neonato inizierà a piangere o ad innervosirsi. Se viceversa il neonato è irritato e viene preso tra le braccia di una persona calma e contenta il bimbo tenderà a rilassarsi.

Lo studio dei neuroscienziati di Udine

Anche se non sono in grado di rispondere e parlare, i neonati, anche quelli a pochi giorni dalla nascita, sono in grado di riconoscere le parole e spesso di comprenderne il loro significato. A confermarlo sono proprio i neuro scienziati di Udine, i quali sono riusciti ad entrare nella testa dei più piccoli.

I neonati riconoscono i suoni e comprendono le parole

I piccolini, anche se hanno poche settimane di vita, capiscono esattamente il senso dei dialoghi, ma anche delle singole parole che gli vengono pronunciate da parte dei grandi. Addirittura, quando gli adulti si divertono a parlargli in “neonatese”, fatto di gorgheggi e parole storpiate, appare quasi annoiato, come a dire «ma per chi mi avete preso? Per uno che non capisce nulla?».

La ricerca

Un team di ricercatori dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, ha preso a campione circa 44 neonati e ha fatto loro ascoltare alcune parole facilmente semplici e soprattutto comprensibili, ripetendole a intervalli di 2 minuti e alternandole ad altre simili per il suono o la presenza di alcuni gruppi di vocali e consonanti. Grazie alla “spettroscopia” (fNIRS) si è riusciti ad osservare infatti che, quando i bambini udivano parole simili si otteneva una risposta nella regione frontale destra del cervello, ossia nella parte del sistema nervoso centrale che si illumina anche nelle persone grandi al riconoscimento delle parole. In breve, si è riusciti a comprendere che i neonati al di sotto dei 6 mesi sono in grado già di riconoscere i suoni e a comprendere le parole. Pertanto i genitori che parlano con i loro figli fin da subito fanno più che bene. In questo modo, infatti, offrono loro sicurezza e informazioni che li tranquillizzano e li rendono certi di una continua presenza affettiva.

Lo studio della Penn University

Anche questa ricerca ha dimostrato che a soli sei mesi i neonati capiscono già il significato di molte parole che vengono utilizzate frequentemente nella vita quotidiana.

Questi psicologi della Penn University hanno studiato sui neonati tra 6 e 9 mesi. Con questi test lo psicologo Daniel Swingley ha dichiarato: - è emerso che già a sei mesi i piccoli hanno imparato il significato di molte parole del linguaggio comune grazie alla loro interazione quotidiana con la lingua -.

La ricerca

Il neonato in braccio alla mamma bendata doveva guardare delle raffigurazioni di cibi o parti del corpo molto semplici e la mamma doveva chiedere di ritrovare l'oggetto visto in un contesto pieno di fonti di distrazione. Con un dispositivo capace di seguire lo sguardo del neonato, il risultato è che la maggior parte dei neonati ha capito il significato della mamma al neonato.

Ovviamente questo dimostra che già dal pancione il neonato è capace di apprendere e di associare suoni ad oggetti e situazioni. L'associazione vista-udito e conseguenza-effetto è una reazione molto istintiva che ha permesso all'uomo di evolversi così esponenzialmente da diventare la forma più intelligente del pianeta.

Tante nonne oggi vedendo i nipoti diranno "i bambini di oggi sono più svegli" ed è assolutamente così; al giorno d'oggi i bambini sono evoluti, svegli e smart, non sottovalutiamoli. Ovviamente il neonato non va trattato come un pozzo da riempire di informazioni, è un bambino e va trattato da tale; ma aiutare a sviluppare ulteriormente queste potenzialità gli permetterà di essere più perspicace e "sveglio".

Il bambino già prima dell'anno non dovrebbe essere più imboccato in tal modo a tre anni conoscerà il corretto utilizzo delle posate.

Il bambino verso i due anni dovrà iniziare a vestirsi da solo,è ovvio ci metterà tantissimo tempo e metterà la maggior parte dei capi al contrario, ma a 5/6 anni sarà in grado di vestirsi autonomamente.

Il bambino, appena dimostrerà curiosità nei confronti del disegno sproniamo ad afferrare la matita nel modo corretto, e insegnamo lui ad esercitare il controllo sul segno.

Questi esempi sono per dire semplicemente che i neonati capiscono benissimo i grandi e spesso non vengono stimolati abbastanza da poter mettere in pratica le loro potenzialità. E' molto più comodo e veloce farlo noi, piuttosto che farlo fare ai bambini, ma se continueremo ad essere sempre i loro sostituti, loro non impareranno mai.

L. F.

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