Acidi biliari in gravidanza e colestasi gravidica.
Prima di parlare degli acidi biliari in gravidanza è importante spiegare cosa sono gli acidi biliari.
Gli acidi biliari sono dei componenti che si trovano nella bile, ovvero quella sostanza che viene prodotta nell'ultima parte dell'intestino per facilitare la digestione dei cibi e l'assorbimento dei grassi. Solitamente i valori di una persona sana devono essere inferiori a 10 μmol/L.
Questi acidi biliari vengono appunto utilizzati nell'intestino per completare la digestione e per il corretto assorbimento dei grassi e, al termine di questo processo, vengono poi riassorbiti dal fegato e riutilizzati poi alla digestione successiva.
Quindi il compito del fegato è proprio quello di riassorbire la maggior parte degli acidi biliari al termine della digestione e non permettere che rimangano in circolo nel sangue. Se i valori degli acidi biliari nel sangue fossero alti, questo dimostrerebbe uno scorretto funzionamento del fegato.
Se nella normalità gli acidi biliari alti potrebbero essere un sintomo di malattie come cirrosi o epatite, nel caso degli acidi biliari alti in gestazione questi sono causati da ormoni tipici della gravidanza che causano un blocco del deflusso della bile comportando la colestasi gravidica.
Colestasi gravidica sintomi
Bisogna premettere che solitamente la colestasi in gravidanza si presenta solitamente negli ultimi tre mesi anche se non è escluso che possa insorgere anche nei primi due trimestri. Il sintomo più comune è il prurito; solitamente si presenta sui palmi delle mani e dei piedi, senza però presentare alcuna eruzione cutanea.
I sintomi meno comuni invece possono essere:
- urina più scura;
- feci chiare;
- aumento del tempo di coagulazione
- fatica
- aumento della nausea
- diminuzione dell'appetito
- ittero
- dolore al quadrante superiore destro
Non è necessario che si presentino tutti i sintomi, spesso anzi, l'unico sintomo presente è quello del prurito.
Acidi biliari alti in gravidanza conseguenze
Le conseguenze degli acidi biliari alti non sono molto preoccupanti per la mamma, quanto più per il bambino.
Per la gestante solitamente non comporta nulla di grave, a parte aumentare le possibilità di emorragia, infatti come abbiamo espresso prima, il tempo di coagulazione del sangue sarà molto più elevato a causa del malassorbimento della vitamina K.
Per quanto riguarda il feto invece, la presenza degli acidi biliari in gravidanza potrebbe essere pericoloso e mettere in pericolo la sua vita.
Se la colestasi gravidica non viene curata si potrà andare incontro a conseguenze come:
- Nascita prematura;
- Liquido amniotico tinto di meconio;
- Anormalità del ritmo cardiaco fetale;
- Sindrome da distress respiratorio neonatale.
Per evitare e controllare tutte queste possibili complicazioni, nella maggior parte dei casi il neonato viene portato in terapia intensiva.
Tra la 34esima e la 40esima settimana di gravidanza, in qualche caso si è andati incontro a morte endouterina a causa di privazione di ossigeno al cervello del feto.
Colestasi gravidica terapia
Per evitare problematiche e conseguenze alla mamma e al feto, una volta riconosciuta la colestasi gravidica, anche chiamata epatosi gravidica, il medico prescriverà immediatamente la terapia che solitamente consiste nella somministrazione in via orale di acido ursodesossicolico, ovvero un acido biliare idrofilico, non tossico e ben tollerato, che può migliorare il flusso biliare e eliminerà anche i sintomi colestasi gravidica.
Nonostante la terapia il feto non è fuori pericolo, per questo motivo, la mamma e il feto devono essere costantemente monitorati e nella maggior parte dei casi si consiglia di programmare il parto qualche settimana prima del termine.
La colestasi gravidica non è una malattia in gravidanza molto conosciuta, anche perchè si riscontra solo nell'1% delle gestanti.
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